L’autostima è la percezione del proprio valore personale e la fiducia nelle proprie capacità. Non è un concetto statico, ma un sistema dinamico che si basa sull’interazione continua tra fattori interiori ed esteriori. Da una parte ci sono i pensieri, le emozioni e il modo in cui ci descriviamo interiormente (Branden, 1995); dall’altra, i feedback, i riconoscimenti o le critiche provenienti dall’ambiente esterno (Rosenberg, 1965). Questa interazione costante dà forma a ciò che possiamo chiamare il “sistema dell’autostima”.
Come si forma l’autostima
L’autostima si sviluppa sin dai primi anni di vita e si modifica nel corso dell’esistenza, evolvendosi attraverso le esperienze personali (Rogers, 1961). Ambienti accoglienti, relazioni positive e il raggiungimento di traguardi contribuiscono a costruire un’immagine positiva di sé. Al contrario, esperienze di fallimento, critiche frequenti o ambienti iper esigenti possono alimentare insicurezze e dubbi. È importante sottolineare che l’autostima è plastica e può essere potenziata attraverso nuove esperienze consapevoli (Bandura, 1997).
I fattori che minano l’autostima
Diversi elementi possono interferire con un sano equilibrio dell’autostima:
● Critiche impulsive o poco costruttive da parte degli altri;
● Pressioni sociali e aspettative irrealistiche legate al successo o all’immagine corporea;
● Confronto costante con modelli idealizzati, amplificato dai social media;
● Giudizi superficiali o denigratori, come body shaming o commenti online (Neff, 2011).
Questi fattori possono destabilizzare la percezione di sé e compromettere la fiducia personale.
Quando l’autostima è troppo bassa
Una visione svalutante di sé può generare insicurezza, evitamento delle sfide e ritiro sociale (Rosenberg, 1965). Chi ha bassa autostima tende a concentrarsi sui propri limiti piuttosto che sulle risorse, alimentando un circolo vizioso che ostacola la crescita personale e il benessere. L’eccesso di autostima: un’altra forma di squilibrio Un’eccessiva fiducia in sé può trasformarsi in presunzione, portando a scelte poco realistiche e difficoltà nelle relazioni (Branden, 1995). Questo squilibrio può generare delusioni e isolamento, ostacolando un rapporto autentico con sé stessi e con gli altri.
Come rinforzare l’autostima in modo efficace
Strategie pratiche per migliorare l’autostima includono (Bandura, 1997; Neff, 2011):
● Definire obiettivi realistici e suddividerli in piccoli passi per aumentare il senso di efficacia personale;
● Affrontare gli ostacoli come opportunità di crescita e regolazione delle aspettative;
● Allenare la comunicazione assertiva per esprimere bisogni e opinioni con rispetto;
● Coltivare una visione equilibrata di sé, valorizzando pregi e aree di miglioramento (Rogers, 1961).
Il coaching come leva per l’autostima
Il coaching rappresenta un potente alleato nel percorso di rafforzamento dell’autostima, favorendo l’esplorazione delle potenzialità personali e l’attivazione di strategie di cambiamento (Whitmore, 2002). Grazie al supporto di un coach, è possibile:
● Prendere consapevolezza delle proprie risorse;
● Riconoscere e superare convinzioni limitanti;
● Potenziare la fiducia nelle proprie scelte e capacità;
● Sviluppare un piano d’azione coerente con i propri obiettivi;
● Accrescere il senso di responsabilità e protagonismo nel proprio percorso di crescita.
Questo percorso aiuta a consolidare un’autostima autentica, basata su esperienze di successo vissute direttamente e orientata a un miglioramento continuo (Whitmore, 2002; Branden, 1995).